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Tema: migrazione, clima, rapporto uomo ambiente

A cura di Antonietta Campilongo

Sede: Galleria Mo.C.A  – Piazza degli Zingari, 1 – Roma – Rione Monti (Colosseo)

 

Dopo Grammelot (2016 Roma MACRO) ed Apolidi (2018 Milano Fabbrica del Vapore e 2019 Roma Palazzo Merulana), torniamo a parlare di immigrazione e inclusione che, in tutte le sue diverse declinazioni, sarà al centro della rassegna oltre ogni confine. L’esposizione si propone come una forma di narrazione collettiva, in cui s’intersecano vari punti di vista. La mostra intende raccogliere materiali di analisi e di riflessione su temi fortemente sensibili e attuali, quali la ricognizione delle diversità, dell’accoglienza.

Vogliamo, anche, in questa occasione, sensibilizzare in relazione ai cambiamenti climatici quale fattore alla radice degli esodi forzati e alla necessità di occuparsi della difesa delle persone in fuga da contesti segnati da catastrofi naturali.

Per riflettere: Gli eventi segnati da condizioni climatiche estreme hanno generato gravi esigenze umanitarie. Secondo l’Internal Displacement Monitoring Centre, vi sono stati 18,8 milioni di nuovi sfollati interni in fuga da catastrofi naturali nel 2017. La maggior parte degli esodi legati a rischi naturali e all’impatto dei cambiamenti climatici è interna, considerato che le persone colpite restano entro i confini nazionali. Tuttavia, succede anche che si verifichino fenomeni molto gravi che costringono le persone a fuggire oltre confine, tant’è che il termine “rifugiato climatico” è spesso utilizzato dai media e nei dibattiti.

Gli studi determinano che il clima sta mutando a un ritmo superiore a quello previsto dalla maggior parte degli scienziati. Si registrano famiglie e comunità che hanno già iniziato a soffrire le conseguenze di catastrofi naturali e cambiamenti climatici, costringendole ad abbandonare le proprie case per rifarsi una vita altrove.