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1474405_10200120692379833_2020654286_nROMA – Una settimana di eventi disseminati in diversi luoghi della Capitale – ma concentrati nel quartiere Garbatella – per avvicinarsi alla più sconosciuta regione del Mezzogiorno.

E’ la missione di “Molise, un’altra Storia”, girandola di iniziative che avranno luogo tra venerdì 22 novembre e domenica 1 dicembre con la regia del Formez PA, ente che attua progetti delle pubbliche amministrazioni, e il supporto di Regioni Lazio e Molise, Comune di Roma, VIII Municipio, Cna, Camera di Commercio, Millepiani (spazio condiviso di professionisti orientati all’innovazione) e associazione Forche Caudine (storico circolo dei molisani a Roma). L’evento gode del patrocinio di Expo 2015.

La mostra “Flash city” è l’occasione per il pubblico romano di incontrare l’arte di Leonardo Pappone, in arte Leopapp. L’esposizione, essenzialmente, si concentra sugli esiti più recenti della sua ricerca. Sarà presentata presso gli spazi del Cna di Roma.

Leonardo Pappone sceglie il mezzo infornale per lavorare sul colore e sul significato che esso assume nel momento stesso in cui viene utilizzato. La materia pittorica serve a comporre forme e segni, grazie al continuo processo di sovrapposizioni e sconnessioni. La superficie della tela consente continue sperimentazioni volte ad individuare dimensioni diverse dalla presente, quasi appartenessero al mondo interiore, caratterizzate da spazi, oggetti e luoghi, in cui i pieni e i vuoti, il dentro e il fuori, si misurano e si rimandano reciprocamente. Attraverso un gioco di frammentazioni, di sovrapposizioni di forme e colori, Leonardo Pappone ci parla del continuo evolvere dei pensieri e delle esperienze umane. La non figurazione è il mezzo che Leonardo Pappone predilige per meglio rendere gli aspetti di interiorità, per descrivere agevolmente, senza tante distrazioni, l’aggrovigliarsi dei concetti, dei pensieri. Tuttavia non c’è un distacco completo dalla realtà; la forza degli accenti cromatici e l’incisività del segno acquistano spesso una parvenza figurativa che innescano nello spettatore un senso di inspiegabile attrazione e di dejà vu.”

Colore dunque. Ma anche dinamismo. Tutte le sue tele sono pervase da un dinamismo accentuato che trasmette movimento, ma anche una certa ansia, frenesia, forse quella corsa continua in cui più o meno tutti gli ‘abitanti’ della città contemporanea sono immersi. Uno specchio a mio avviso molto fedele del nostro ‘oggi urbano’, uno sguardo lucido ma allo stesso tempo non pessimista.

Prendiamo ad esempio questi paesaggi urbani. L’artista sbalza la visuale oggettiva dalle angolature di una impressione veloce di linee cromatiche e forme e tracciati. Impressione, che però è la vera protagonista dello spazio, il vero fulcro di interesse per la ricerca e la sperimentazione creativa.

E l’artista non li rappresenta in modo realistico, ma attraverso un’interpretazione soggettiva, che richiama immagini mnemoniche e sintetiche di tutte quelle cementificazioni anonime e scomposte che continuano ad essere realizzate, con un processo progettuale generico ed indifferente, ai margini del caos metropolitano

 

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